pellame

CASA COVRE

Pelle e Cuoio… Quali sono le differenze?

Quando si parla di “tipi” di pellame, bisogna tener conto che in origine la materia prima è una sola. I pellami, pelle e cuoio, che utilizziamo nei nostri prodotti sono tutti provenienti da bestiame allevato a fini alimentari, ovvero per il consumo di carne e prodotti caseari. Possono esserci differenze nella qualità, influenzate dalle condizioni di allevamento e di cura del bestiame, come pure dalla miglior salute dei capi, ma in generale quello che ne deriva è un solo tipo di materiale. Il successivo procedimento della concia rende il pellame imputrescibile, poiché si arresta la decomposizione a cui andrebbe altrimenti soggetto in quanto materiale naturale. Ma sostanzialmente, ci troviamo ancora di fronte a un materiale grezzo. Da dove vengono allora le differenze di aspetto, e di prestazioni, che rendono diverso un nabuk da un cuoio o da una pelle pieno fiore?

cuoi e pelle

Cuoio o Pelle?

Innanzitutto, è fondamentale sottolineare che le due grandi categorie di “pelle” e “cuoio” indicano in realtà lo stesso tipo di materiale: viene definito pelle o cuoio in base alle lavorazioni a cui è sottoposto e, di conseguenza, alle caratteristiche che ha assunto.

In generale, il cuoio è commercializzato in manti di spessore maggiore: in genere di circa 2,8 millimetri, ma può andare dai 2 ai 5 o 6 millimetri. Si presenta quindi più rigido, meno flessibile, e di conseguenza meno adatto a ricoprire superfici morbide o modellate curve. Questo naturalmente non è impossibile, ma richiede specifici trattamenti di formatura, pensiamo ad esempio alle lavorazioni che caratterizzano il mondo della calzatura.

La pelle invece è commercializzata in spessori che vanno da 1 a 1,2 millimetri, e trattata al fine di risultare morbida e flessibile, in diversa misura in base alle sue caratteristiche di superficie, ma genericamente comunque adatta a rivestire superfici morbide e curve.

Le lavorazioni a cui viene sottoposta la materia prima del pellame quindi hanno lo scopo di enfatizzare caratteristiche e prestazioni diverse a partire da quell’unico tipo di materia prima: si ottiene così una vasta gamma di finiture estetiche e tattili, oltre a differenti gradi di resistenza, permeabilità, robustezza e confort.

pelle pieno fiore

Pieno fiore o Crosta?

La prima lavorazione che determina il valore del pellame è la riduzione dello spessore del manto. Con questa lavorazione, detta spaccatura, il manto viene diviso in due: lo strato superiore, più nobile e pregiato, è detto “pieno fiore”, mentre quello inferiore, meno pregiato, è detto “crosta” o “cuoietto”.

Il pieno fiore è un pellame che non ha subito alterazioni di alcun genere della sua superficie, se non la rimozione del pelo. Quindi le caratteristiche del manto dell’animale sono mantenute intatte, con i suoi segni naturali quali ad esempio rughe, smagliature e cicatrici. Chiaramente, migliori condizioni di allevamento e di macellazione del bestiame fanno sì che la pelle ottenuta sia di migliore qualità. Il pellame pieno fiore quindi è ottenibile solo da pellame che già in partenza è di alta qualità: i trattamenti a cui viene sottoposto sono solo la correzione del colore e l’impermeabilizzazione della superficie.

Il pellame pieno fiore costituisce tuttavia una percentuale molto ridotta del totale: rughe, smagliature e cicatrici accompagnano il naturale invecchiamento del manto. Per questo motivo spesso al pellame viene fatto un trattamento di correzione della superficie, come ad esempio la stampa, con la quale si imprime sul manto un disegno a grana simile a quella naturale dell’animale, come nel caso della stampa Madras o Dollaro.

Quale pellame scegliere?

In quanto prodotto naturale, ogni pellame – anche il pieno fiore – non è omogeneo: da un punto all’altro del manto cambia lo spessore, la compattezza, la resistenza e l’elasticità. Inoltre, presenta rughe, cicatrici, venature o altri segni del tutto naturali, che tuttavia spesso non vengono accettati dal pubblico.

I trattamenti di trasformazione e molte delle lavorazioni che si fanno al pellame sono proprio orientate a renderlo più omogeneo, e quindi attenuare le differenze di spessore e di caratteristiche, o la presenza di segni naturali.

I diversi trattamenti conferiscono anche diverse qualità fisiche e meccaniche al pellame. Non tutti i tipi di pellame sono adatti a ogni impiego. Alcuni esprimono al meglio le loro proprietà in determinati usi, mentre in altre applicazioni richiederebbero eccessivi accorgimenti e cautele. Per questo motivo, per ogni prodotto del nostro catalogo sono indicate solo le varianti possibili, escludendo quelle che per quel prodotto specifico sono sconsigliate. 

Cuoio e Cuoietto

Il nostro Cuoio è un pellame di prima qualità ricavato da pelle fiore, di spessore di circa 2,8 millimetri, conciato al vegetale e tinto all’anilina. È il tipo di pellame più pregiato: le lavorazioni di finitura partono da un materiale grezzo di prima scelta, e ne lasciano inalterata la superficie naturale. Irregolarità e imperfezioni o segni non sono da considerare difetti ma il valore aggiunto della vera pelle naturale.
Il cuoio il materiale tradizionalmente in uso per la selleria, grazie alla sua capacità di sopportare la flessione, le sollecitazioni meccaniche e l’azione degli agenti atmosferici.

Foto: Divano Mistral

Il Cuoietto è il secondo strato del cuoio, immediatamente sotto la parte nobile, esterna del manto, ricavato mediante la spaccatura. Questo materiale di fatto è un cuoio a tutti gli effetti, anche se meno pregiato. Il cuoietto grezzo viene colorato tramite processi per immersione, per fare penetrare il colore in profondità. Questo trattamento ne irrigidisce la consistenza, e grazie anche allo spessore significativo, da 1 a 2 millimetri, è la soluzione ideale per il rivestimento di forme piane o per applicazioni in cui servono resistenza e robustezza.

Foto: Poltroncina Sydney

Nabuk

Il Nabuk è una pelle pregiata già in partenza, perché necessariamente richiede la selezione dei manti migliori, lavorati fino ad ottenere la caratteristica morbidezza e il tocco vellutato. Il nostro Nabuk proviene da allevamenti europei, ed è un pieno fiore di grana fine; per proteggere la qualità della finitura nabuccata è trattato con oli sintetici e vegetali che lo rendono idrorepellente e adatto all’uso quotidiano. Le sue caratteristiche di morbidezza ed elasticità ne consentono l’applicazione sia come foderatura di parti imbottite che come rivestimento di superfici rigide.

Foto: Divano Vinci

Pelle Nuvola

La Pelle Nuvola è una pelle fiore liscia e nappata, proveniente da bovini europei, pigmentata in un’ampia gamma cromatica. Di spessore compreso tra 1 e 1,2 millimetri, le sue naturali caratteristiche di elasticità e robustezza la rendono adatta a molteplici impieghi, dal rivestimento di parti imbottite a quello di superfici curve e sagomate. I trattamenti di finizione possono arrivare fino alla speciale finitura ignifuga che ne rende idoneo l’uso per forniture destinate ad ambienti particolari.

Foto: Poltrona direzionale Sanremo

Pelle Delta

La Pelle Delta è una pelle bovina conciata al cromo, rettificata, pigmentata e stampata. Il suo spessore, di circa 1 millimetro e la sua particolare morbidezza la rendono ideale per rivestimenti di parti morbide, imbottite e sagomate curve. La stampa Dollaro sulla superficie ricorda il naturale derma dell’animale. La facile manutenzione e pulizia di questo pellame lo rendono adatto anche a un utilizzo più intenso di quello domestico, in cui aumenta lo stress di usura, come per gli arredi destinati alla collettività.

Foto: Divano Navona

Pelle Suede

La pelle Suede è un cuoio leggero scamosciato, conciato al cromo e tinto in profondità. Il pellame viene sottoposto a un’operazione meccanica di smerigliatura, con la quale viene praticata una leggera abrasione che asportata la parte più superficiale del pellame, rimuovendo quindi anche i segni naturali presenti sul manto.

Il trattamento di smerigliatura oltre a rendere il pellame vellutato al tatto, ne ammorbidisce la consistenza. Il pellame comunque mantiene una certa rigidità e robustezza, che lo rende adatto a rivestire forme rigide e piane.

Foto: Madia Amalfi

E poi c’è l’Ecopelle…

In tutta franchezza, l’Ecopelle non è una pelle.

La specifica “eco” sta ad indicare trattamenti rispettosi dell’ambiente, e viene talvolta anche considerata “vegan”, in quanto non ottenuta da materie animali. Si tratta di materiale sintetico, che a nostro modo di vedere non va squalificato a priori. Certo, è importante che sia un materiale di qualità, ottenuto con processi attenti all’impatto sull’ambiente e sulla salute.

Il suo vantaggio, se si vuole confrontarla alla vera pelle, è quello di essere disponibile a metraggio continuo come il tessuto, anziché nelle caratteristiche pezzature del pellame naturale: questo permette di ridurre notevolmente gli sfridi derivanti dagli avanzi di taglio, che talvolta costituiscono il limite principale nell’uso della vera pelle poiché rappresentano un costo “sprecato”.

Noi consideriamo l’ecopelle come un rivestimento al pari di un tessuto: ha numerosi vantaggi, tra cui quello di essere impermeabile, e può quindi essere pulito, igienizzato e sanificato a fondo e frequentemente (ovviamente con prodotti idonei) senza subire alterazioni. In determinate applicazioni può costituire una scelta efficace.

Foto: Madia Lido

Articolo a cura di Arch. Marina Bani

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