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L’uso del cuoio si è mantenuto e anzi esteso sempre più nel corso dei millenni. Uno dei primi impieghi apparentemente elementari della pelle scuoiata, tagliata a striscioline, era sotto forma di lacci e cinghie di vario uso. Le attuali stringhe da scarpa sono lo stesso prodotto, attualizzato. Ma non solo: sorprendentemente, fino a pochi anni fa le cinghie di trasmissione nei motori erano ancora in cuoio, materiale capace di una tenacia altissima. Per non dimenticare poi l’introduzione della pergamena, considerata a lungo il più pregiato supporto per la scrittura, e tutt’ora di grande pregio.
“Cuoio” deriva dal latino “corium”, e dal greco “chorion”: alcuni prodotti che se ne ricavavano erano qualificati con l’aggettivo “coriaceus”, coriaceo, cioè fatto di cuoio. Data l’eccezionale robustezza che poteva acquistare con una particolare essiccazione, se ne ricavarono scudi e corazze estremamente leggeri e resistenti. Da coriaceo deriva infatti la parola “corazza”, che era quella parte dell’armatura difensiva del guerriero costituita da gusci di cuoio sagomati a protezione di petto e schiena, e tuttavia lasciavano libertà ai movimenti grazie alle cinghie che li collegavano tra loro.
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Ma la tipica natura coriacea del materiale non è l’unica qualità conosciuta fin dai primordi: la radice della parola cuoio, dal greco “keir-ein”, significa sia “corteccia” che “tagliare”, o più propriamente “arnese che taglia”. Nell’origine del nome è già scritto il know-how che lo associa alla sua stessa lavorazione.
Risalgono alla preistoria infatti le tecniche di base per l’utilizzo del cuoio: materiale (tuttora!) lavorabile con utensili molto semplici, richiede un trattamento specifico per diventare morbido, flessibile e imputrescibile, e conservarsi attraverso le ere come dimostrano i ritrovamenti archeologici. Questo trattamento è la concia.
L’etimologia rimanda a radici che vanno dall’acconciare al guastare, che possiamo sintetizzare in una sorta di “maltrattamento al fine di rendere migliore”. Fu l’uomo primitivo a scoprire, forse per caso, che le pelli lasciate a macerare in acqua con foglie e piante particolari si conservavano più a lungo e diventavano anche adatte a numerosi utilizzi.
Da allora, poco è stato aggiunto a questo sapere, se non il perfezionamento dell’esperienza tecnica e della necessaria manualità. Il cuoio è un materiale antichissimo e al contempo di uso molto attuale, la cui produzione oggi può avvalersi di macchinari per alcune fasi del processo, ma la lavorazione, al più agevolata da semplici utensili, è tuttora principalmente manuale.
Articolo a cura di Arch. Marina Bani